Tutto il mondo è colpito da una grave pandemia, una situazione che nessuno pensava di poter vivere, ma che oggi dobbiamo necessariamente poter fronteggiare. In particolare, il nostro Paese è colpito in maniera dura e intere regioni contano un numero di decessi causato dal Covid-19 maggiore che in tutte le altre aree del mondo.
Come sindacato, ringraziamo tutti coloro che si stanno adoperando per far sì che la pandemia venga in qualche maniera contenuta, a partire dal personale medico, infermieristico, il personale del settore delle pulizie, dei trasporti, del pubblico impiego e anche i tantissimi operai (tecnici e quadri) che assicurano la continuità delle attività manifatturiere in un momento così grave.
Da subito abbiamo chiesto che non venissero chiuse tutte le attività produttive, ma che fosse assicurata, a tutti coloro che debbono continuare a operare, condizioni igienico sanitarie tali da assicurare il più possibile la loro sicurezza.
Questo non è stato possibile in tutti i luoghi di lavoro vista la carenza di materiale sanitario idoneo. Pertanto, abbiamo richiesto al governo italiano di mettere in campo strumenti straordinari a partire dalla garanzia della copertura retributiva per tutti coloro che non possono andare al lavoro. Inoltre, abbiamo chiesto alle aziende e al governo uno sforzo straordinario per far operare in smart working tutti coloro che possono assentarsi fisicamente dal luogo di lavoro.
In questo momento c’è una prima azione per 25 miliardi che prevede interventi a favore del sistema sanitario e per la copertura retributiva attraverso la cassa integrazione per i lavoratori dipendenti.
Anche l’Europa si è mossa tardivamente, la Commissione Europea e la Bce hanno sottovalutato inizialmente l’impatto della pandemia e la generalità dei governi nazionali ha tardato troppo a seguire l’esempio della Cina prima e dell’Italia poi, ritardando così il lockout intorno ai focolai dell’infezione. Si è distinto negativamente in questo quadro il governo inglese che addirittura nella prima fase ha teorizzato che fosse più opportuno non intervenire per contenere la pandemia.
Gli effetti della pandemia ancora non sono prevedibili. Oggi l’Organizzazione internazionale del lavoro prevede che 26 milioni di persone si ritroveranno disoccupate e l’impatto sul Pil mondiale viene stimato dai principali analisti in due/quattro punti. Questo significa che nei prossimi giorni, la Commissione Europea, affiancata dalla Bce, dovrà prevedere interventi straordinari mettendo da parte il patto di stabilità e prevedendo interventi a sostegno dell’economia dell’ordine di centinaia, se non di migliaia di miliardi di euro.
In questo quadro, il ruolo della Cesi è fondamentale e deve fungere da stimolo affinché i politici abbiano ben chiaro che il mondo post-pandemia dovrà avere assetti diversi:
Roberto Di Maulo
vice presidente Cesi
segretario generale Fismic Confsal
Versione in inglese: www.Cesi.org