LA FISMIC CONFSAL NON PARTECIPA ALLE PROCESSIONI DI SABATO, MA INDICE UN’ORA DI SCIOPERO CONTRO LA FINANZIARIA DEL GOVERNO

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Roberto Di Maulo segretario generale Fismic Confsal

Roma, 08 febbraio. La Fismic Confsal ha deciso di non partecipare alla marcia promossa dai sindacati confederali domani 9 febbraio. Il sindacato autonomo ritiene che tale iniziativa sia troppo debole e che la manovra finanziaria del Governo vada contrastata in maniera più forte, proclamando una mobilitazione generale come ha fatto la Confsal per la quale il primo atto è difatti lo sciopero generale di tutti i lavoratori metalmeccanici proclamato dalla Fismic Confsal da svolgersi entro il mese di febbraio.

“Ci troviamo difronte a una situazione industriale e occupazionale che apre la strada a una crisi che ha precedenti soltanto a quella del 2008” dichiara il segretario generale Fismic Confsal Roberto Di Maulo.

“L’Istat – prosegue – certifica una caduta della produzione industriale del 5.5% in un anno, ma la situazione del Nord del Paese è ben più drammatica della fredda statistica dell’Istat. Sono sempre più frequenti le chiusure di stabilimenti storici, come la Pernigotti; l’indotto automotive del nord-est che serve in larga parte l’industria automobilistica tedesca ha visto gli ordini ridotti anche del 60%; sono sempre più frequenti le dichiarazioni di esuberi, ricorsi alla Naspi e altri ammortizzatori sociali. Inoltre, da qui a qualche giorno si manifesteranno in tutta evidenza i nefasti impatti che avrà l’ecotassa sull’industria automotive italiana che occupa oltre 300 mila lavoratori”.

“Serve una svolta radicale nella politica economica del Governo che si dimostra passivo difronte alla recessione ed è capace solo di varare ‘mance elettoralistiche’ che aggravano la situazione. Per tutti questi motivi riteniamo che l’energia di un grande sindacato come quello italiano non possa limitarsi a processioni fatte di sabato, ma seguendo l’esempio di Fismic e Confsal, deve proclamare una mobilitazione generale in grado di far modificare la rotta economica del Paese” conclude.