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STOP collettivo a Mirafiori

Torino, 16 aprile. Una ulteriore fermata collettiva sia per la 500Bev che per Maserati, che partirà da lunedì 22 aprile fino a lunedì 6 maggio compreso, è quanto dichiarato oggi da Stellantis alle OO.SS.  Questo stop collettivo arriva dopo la già dichiarata cassa integrazione che interessa i lavoratori della 500Bev e il contratto di solidarietà già in atto fino a dicembre per i lavoratori interessati sulla linea produttiva della Maserati.

Sara Rinaudo, segretario territoriale Fismic Confsal, commenta la notizia: “Questa nuova doccia fredda per tutti i lavoratori del sito produttivo di Mirafiori, dimostra come la nostra manifestazione unitaria di venerdì 12 aprile fosse un reale grido d’allarme e non un allarmismo. Purtroppo Mirafiori verte in una situazione di stallo costante e di incertezza che sempre di più colpisce tutti i lavoratori. Serve subito, senza più prendere tempo con annunci che rimangono vaghi e nell’etere, un nuovo modello per salvare il sito. Come già affermato, deve essere allocata immediatamente all’interno di Mirafiori l’intera gamma della 500.”

“L’ulteriore fermata produttiva è la diretta conseguenza dei ritardi per gli incentivi al mercato – dichiara il segretario generale Fismic Confsal, Roberto Di Maulo – provocati da una scellerata dichiarazione anticipata dal ministro Urso, fatta nel mese di novembre, che ancora nel mese di maggio non trova la sua piena operatività. Non c’è niente di peggio che annunciare degli incentivi all’acquisto di automobili e non poterli avere effettivamente; questo ha oggettivamente provocato il blocco degli acquisti.”

“Invece di pensare a ridicole campagne contro i nomi delle nuove vetture Alfa, il Ministro Urso dovrebbe pensare a sveltire la macchina burocratica che sta determinando il blocco delle vendite delle vetture elettriche e non solo. Inoltre, la Ministra Calderone ha bloccato il rinnovo dei contratti di espansione, determinando in questo modo il blocco delle assunzioni dei giovani al posto di coloro che scelgono volontariamente di lasciare l’azienda. Il governo Meloni nel suo complesso dovrebbe sul serio avere un’idea di politica industriale che aiuti realmente le aziende a produrre nel nostro Paese e ad avere occupazione aggiuntiva per i giovani nel settore manifatturiero.”, conclude Di Maulo.