Ccnl, stop ai monopoli – La posizione della Fismic sul rinnovo dell’industria metalmeccanica

INDUSTRIA MANIFATTURIERA, CON L’ILVA L’ITALIA ABBANDONA IL SETTORE PRIMARIO
6 Novembre 2019
La protervia antisindacale di Federmeccanica battuta al tribunale di Potenza
12 Novembre 2019

Ccnl, stop ai monopoli

La posizione della Fismic sul rinnovo dell’industria metalmeccanica
Basta discriminare sigle sindacali autonome

Partita la vertenza per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dell’industria metalmeccanica, ma Federmeccanica e Assistal trattano solo con alcuni. Continua la perpetuazione dell’atto discriminatorio nei confronti delle sigle sindacali autonome che non vengono ammesse al tavolo.

Le sigle sindacali firmatarie erano già state escluse nelle fasi finali della contrattazione per il rinnovo del triennio passato, dinamica che si sta nuovamente verificando.  “Convocare la sessione inaugurale della trattativa presso la sede del Cnel, che è la sede del confronto e della armonia tra le diverse parti sociali del paese, con un atto che discrimina alcune organizzazioni sindacali a vantaggio di altre è gravissimo” a dichiararlo i segretari generali Fismic Confsal, Ugl Metalmeccanici, Confintesa Metalmeccanici e Failms Conf.s.a.f.i.

Queste sono le quattro organizzazioni che hanno deciso di unire le loro forze per fare fronte comune e inviare una piattaforma rivendicativa unitaria alla controparte Federmeccanica e Assistal, dopo aver chiesto ufficialmente quanto inutilmente a Fim Fiom e Uilm di sottoscrivere quella elaborata da loro.

Fismic Confsal, come le altre organizzazioni, fanno parte integrante del Cnel, alcune con consiglieri, e sono fortemente presenti su tutto il territorio nazionale e in molteplici aziende, essendo in tante di esse maggioranza assoluta nelle rsu e rsa.

C’è chi ne fa un discorso di rappresentanza e rappresentatività, ma come è noto la convenzione scaduta l’anno scorso tra Confindustria e Cgil Cisl e Uil non ha mai concluso l’iter per il conteggio della rappresentatività, tanto è vero che a settembre di quest’anno le parti hanno di nuovo sottoscritto un nuovo accordo e una nuova convenzione, cambiando anche i parametri della rilevazione. Al di là dei giudizi sulla idoneità di uno strumento in capo a parti private per sancire la rappresentatività generale delle organizzazioni sindacali è ovvio che la rilevazione decisa da loro non solo non è ancora terminata, ma probabilmente non è tuttora iniziata. È necessario quindi chiedersi sulla base di quale divinazione onirica, Federmeccanica e Assistal decidono di distribuire licenze per poter contrattare ad alcuni sindacati e non ad altri.

Ci troviamo quindi di fronte a una palese violazione di un democratico confronto di relazioni sindacali basato sul principio della buonafede e di fronte a una palese violazione del diritto. La Fismic Confsal insieme alle altre organizzazioni escluse, combatterà con ogni mezzo. Per questo motivo è stata inviata una lettera al presidente del Cnel Tiziano Treu, chiedendo di non essere parte, seppur passiva, di questo atto discriminatorio e di compiere un atto di ripristino della democrazia. Difatti, Il presidente Tiziano Treu ha deciso di ricevere la delegazione sindacale nazionale di Fismic Confsal, Ugl Metalmeccanici, Confintesa Metalmeccanici e Failms Conf.s.a.f.i. nello stesso giorno dell’inizio della trattativa per il contratto presso il Cenl. Durante l’incontro, le organizzazioni sindacali hanno rappresentato la volontà discriminatoria sindacale messa in atto da Federmeccanica, Assistal e Fim Fiom e Uilm nei confronti delle organizzazioni autonome nell’ultimo rinnovo del contratto nazionale 2016 rifiutando la firma per stipula all’atto finale, ignorando la partecipazione delle stesse dopo oltre ventotto incontri tenutisi nell’arco di tredici mesi di trattativa.

Tale azione ha interrotto una storia lunga decenni nei quali i contratti nazionali sono stati tutti firmati dalle organizzazioni sindacali sopracitate.

Il presidente del Cnel ha riconosciuto lo spirito partecipativo finalizzato alla gestione delle aziende previsto negli statuti delle quattro organizzazioni che è stato l’elemento fondamentale e coagulante per la preparazione della piattaforma unitaria inviata a Federmeccanica e Assistal.

Il valore della partecipazione e delle organizzazioni sindacali rappresenta l’alternativa concreta al monopolio sindacale di Fim Fiom Uilm e l’occasione di una scelta seria per tutti i lavoratori che rifiutano il monopolio.

Infine il presidente, pur dichiarando di non avere gli strumenti legislativi necessari per intervenire sulle parti, ha riconosciuto però la fondatezza delle nostre richieste in considerazione del fatto che le piattaforme non presentano differenze sostanziali tra loro e comunque ha precisato che si farà promotore, nelle opportune sedi, delle istanze delle organizzazioni in questione.

“Ringraziamo il presidente Tiziano Treu per la sua disponibilità, competenza professionale e forte senso istituzionale nel rispetto del pluralismo sindacale e della democrazia. Confidiamo che Federmeccanica e Assistal possano rivedere la posizione attualmente espressa, in alternativa cercheremo di operare in ogni sede promovendo le azioni necessarie azioni alla rimozione delle illegittime pretese della controparte datoriale di scegliersi i propri interlocutori” concludono Fismic Confsal, Ugl Metalmeccanici, Confintesa Metalmeccanici e Failms Conf.s.a.f.i .

Il segretario generale Fismic Confsal Roberto Di Maulo ha aggiunto inoltre che “per stessa ammissione dei sottoscrittori, la precedente convenzione scaduta nel 2018 non ha raggiunto il proprio scopo di determinare in modo chiaro e univoco la rappresentatività delle diverse organizzazioni sindacali per la grande frammentarietà delle aziende italiane, composte per il 94% da piccole e micro aziende, per la mancata costituzione dei comitati dei garanti provinciali presso le sedi staccate del ministero del lavoro che avevano il compito di rilevare il dato elettorale delle rsu e infine perché non tutte le aziende sono associate a organizzazioni imprenditoriali. La nuova convenzione stipulata solo un mese fa non è ancora capace di determinare il grado di rappresentatività di nessuna organizzazione sindacale, è pertanto un atto puramente discriminatorio quello operato nel 2016 e quello che viene rinnovato oggi. Siamo stati esclusi dalla firma del 2016 e ci impediscono di partecipare a questo rinnovo non sulla base di dati obiettivi, ma per una chiara volontà discriminatoria operata da Federmeccanica e Assistal. Questo atto è ancora più grave perché determina nel nuovo conteggio previsto dalla convenzione una situazione inaccettabile per la quale alcuni sindacati godono di tutte le prerogative (permessi sindacali, diritto di eleggere rsu, possibilità di tenere assemblee, ecc.) e ad altri vengono impedite. Per fare un esempio, è come se in una corsa di atletica alcuni concorrenti abbiano la possibilità di correre con mani e piedi liberi e altri siano costretti a correre legati. Non c’è uguaglianza al punto di partenza e di conseguenza non ci sarà un reale risultato all’arrivo. Contro questo stato di cose ricorreremo in tutte le sedi, comprese quelle legali, dove abbiamo ottenuto già ottenuto un importante risultato nel tribunale di Potenza, dove si è svolta la causa contro un’azienda metalmeccanica che negava i diritti sindacali previsti dal titolo terzo della Legge 300. L’impresa in questione è stata costretta ad alzare bandiera bianca riconoscendo ai rappresentanti sindacali Fismic tutte le prerogative previste dalla legge e dalla Costituzione.”

 

Addio al manifatturiero in Italia

Industria manifatturiera, con l’Ilva l’Italia abbandona il settore primario. La chiusura dello stabilimento di Taranto è sicuramente un disastro per tutta l’economia italiana.

“Dobbiamo ricordarci che l’Italia è la seconda potenza del settore manifatturiero d’Europa e la settima potenza industriale del mondo e, sono ormai anni che il governo sta lasciando che le nostre industrie si estinguano, senza il settore primario l’Italia diventa completamente dipendente dall’importazione di materie prime e di semilavorati, come l’acciaio che segue la sorte che hanno avuto nel tempo l’alluminio, la chimica primaria, la gomma plastica e via discorrendo” dichiara il segretario generale Fismic Confsal Roberto Di Maulo.

L’industria italiana ha pagato un prezzo enorme a causa della crisi economica, sia in termini di produzione che di perdita di posti di lavoro e il governo non sta facendo nulla per cercare di attrarre gli investimenti necessari nel nostro Paese. Il caso dell’Ilva è realmente lo specchio di un Paese in guerra con sé stesso. Eterna la dicotomia ambientalismo-industrializzazione e l’incapacità di sommare le energie e conciliare le esigenze, si sta trasformando in un disastro.

La perdita di affidabilità dimostrata dal Paese nell’economia globalizzata in questo caso è gravissima per il sistema Paese.

“Oggi ci aspettiamo molto dal primo vertice a Palazzo Chigi, forse già decisivo, per capire quale sarà il futuro della ex Ilva di Taranto e di tutto il gruppo dell’acciaio che in Italia, ma lo spettacolo indecente offerto dalla politica populista, dall’ambientalismo di moda, da una magistratura che cerca di rendersi protagonista anche nel campo della politica industriale, approfittando dell’assenza di una politica capace di fare scelte, non promette certo niente di positivo” prosegue.

Nel Paese c’è ancora molto da fare sul piano culturale e di consapevolezza; il governo deve rendersi conto dell’importanza di tessuti industriali che creano ricchezza e occupazione. Si fanno manovre dimenticando di mettere al centro del dibattito temi rilevanti come la produttività, l’innovazione, l’industria generando così crollo di fiducia e stop agli investimenti.

“La Fismic Confsal e la Confsal ritengono invece fondamentale che si abbondonino politiche assistenziali senza prospettiva come il reddito di cittadinanza e sbagliate perché innestano conflitti generazionali come quota 100 per dedicare risorse al lavoro soprattutto per i giovani, per abbattere il costo del lavoro diminuendo il cuneo fiscale, varando una politica di aiuti per la famiglia e di varo delle infrastrutture indispensabili per rendere il Sistema Paese competitivo nella globalizzazione. Ma senza il ripristino di una affidabilità del sistema Paese rispetto agli impegni già assunti sarà impossibile difendere efficacemente l’occupazione e attrarre investimenti produttivi” conclude.

 

SCARICA PDF