Il lavoro prima di tutto

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1 Maggio 2019 - Confsal Piazza del Plebiscito, Napoli

Ci dev’essere crescita a misura delle persone

di Alessio Garzina

Conferma il grande successo dello scorso anno la manifestazione nazionale organizzata a Napoli dalla Confsal in occasione del 1° Maggio a Napoli. La giornata del lavoro ha avuto inizio con uno spazio dedicato ai giovani che hanno evidenziato le varie problematiche e le nuove prospettive del mondo lavorativo.

Ha voluto poi portare i saluti a piazza del Plebiscito il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ringraziando la Confsal per aver scelto di confermare la città partenopea come ospite di questo grande evento.

La manifestazione è proseguita con l’intervento del segretario generale Confsal Angelo Raffaele Margiotta che ha aperto un confronto tra il mondo politico e il sistema delle federazioni.

Il leader della confederazione ha dichiarato che “bisogna iniziare e finire le giornate con un solo pensiero in testa: il lavoro.” Questo il tema centrale del 1° Maggio a firma Confsal.  “Persone e lavoro possono sembrare concetti diversi, ma sono due facce della stessa medaglia. Per questo motivo chiediamo politiche occupazionali che diano reali opportunità di lavoro, con attenzione al Mezzogiorno che subisce in particolar modo la debolezza del sistema economico Italiano” ha proseguito Margiotta sostenendo che la situazione è critica in quanto, rispetto al 2007, il tasso di disoccupazione è raddoppiato e si è ridotto il Pil pro capite. Per questo è opportuna un’assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni del mondo politico, finanziario, dell’informazione e della giustizia.  “Abbiamo bisogno di sviluppo – afferma il segretario – dobbiamo dar vita ad un processo di crescita con politiche del lavoro a misura delle persone e politiche economiche a misura delle imprese” concludendo che l’Italia non ha bisogno di un sindacato unico, come dichiara Landini, ma occorre creare un fronte unitario dei lavoratori.

È intervenuto in questo importante evento anche Klaus Heeger segretario generale della confederazione europea dei sindacati indipendenti (Cesi). Dopo aver affermato che deve proseguire l’impegno per la difesa dei lavoratori e del lavoro sicuro, ha ricordato che il 26 maggio 2019 si svolgeranno le elezioni europee e ha invitato i cittadini a votare per il futuro dell’Europa. “L’Unione europea ha perso credibilità ma vorrei ricordare che è stata l’Ue a dare le basi per un orario di lavoro dignitoso, a garantire la non discriminazione a livello europeo e nazionale, a dare un congedo di maternità sostanziale, a elargire un contesto legale alla lotta contro la precarietà. Non dobbiamo distruggere l’Unione europea ma impegnarci a migliorarla insieme.” Ha poi sottolineato l’importanza della libera circolazione all’interno del contesto europeo spiegando che “possiamo erigere muri in modi che beni, servizi, capitali e persone non possano più circolare, ma se lo vediamo come un possibile futuro per l’Italia, allora che Dio ci protegga. Per valorizzare il lavoro, i movimenti e i buoni standard di vita sono fondamentali.” Il segretario generale della Cesi ha concluso sostenendo che tutti i lavoratori contano e che bisogna avere coraggio per unire le azioni in Italia e in Europa.

Dopo l’intervento dei segretari delle federazioni Confsal, ha preso parola Roberto Di Maulo segretario generale dei metalmeccanici Fismic ringraziando in primis le numerose persone riunite in piazza del Plebiscito. Monopolio sindacale, manovra finanziaria del governo e occupazione giovanile sono stati i tre importanti argomenti affrontati all’interno del suo intervento. (di cui riportiamo il discorso integrale)

I colori, la musica e l’energia del concerto hanno chiuso un evento che ha animato migliaia di persone giunte da tutta Italia per partecipare ad una giornata importante a sostegno di lavoro, sviluppo e occupazione.

Il discorso integrale del segretario generale Roberto Di Maulo

Grazie di essere qua in tanti. Dovreste vedervi da quassù siete uno spettacolo, siete bellissimi, colori e tantissima energia positiva. Grazie di regalarci questa bellissima giornata di impegno e di festa. Siamo qui per affermare con forza il diritto all’esistenza del pluralismo sindacale contro la volontà di egemonizzare il mondo del lavoro da parte di Cgil Cisl Uil, che pretendono di avere il monopolio della rappresentanza dei lavoratori. Il concetto stesso di monopolio è sinonimo di assenza di democrazia e senza democrazia non ci può essere sviluppo, pace e lavoro. La Confsal è in piazza oggi, noi tutti siamo in piazza oggi proprio per dire no ai monopoli.

E siamo qui per dire al governo che bisogna che la smettano con liti continue su ogni argomento, con le promesse buone solo per rimediare qualche voto in più alle elezioni, con provvedimenti assistenziali che non aiutano a creare sviluppo e lavoro.

Quota 100 e reddito di cittadinanza stanno fallendo l’obiettivo di avviare una fase espansiva dell’economia, infatti dopo due trimestri di recessione l’ISTAT ieri ha certificato dopo due trimestri successivi di recessione per il primo trimestre di quest’anno una crescita minuscola dello 0,2%, in larga parte dovuta alla domanda estera e alla ricostituzione delle scorte. Così il nostro paese non va da nessuna parte e avere sprecato i margini di flessibilità per misure come queste non farà che aumentare gli squilibri a danno della parte meno protetta del paese, i lavoratori dipendenti, i pensionati, i giovani.

Invece di queste misure assistenziali servirebbero interventi strutturali in grado di dare occasione di lavoro alleggerendo il peso del cuneo fiscale sulle buste paga in maniera non episodica. Serve un piano straordinario per l’avvio dei giovani al lavoro, investimenti sulle infrastrutture capaci di essere motore di sviluppo, di creazione di ricchezza e di occupazione. Serve una maggiore vicinanza tra la scuola e il mondo del lavoro. E invece si azzerano i fondi che erano destinati all’alternanza scuola lavoro.

Il governo ha inoltre creato un mostro iniquo come la flat tax per i lavoratori autonomi che consente al datore di lavoro di pagare il 15% di tasse mentre il suo dipendente ne paga il 24 o il 27%. Questa è ingiustizia sociale! Ed anche l’annunciata flat tax per tutti va nella medesima direzione iniqua, premiando molto i ricchi, poco il ceto medio e niente i meno abbienti. Diciamo forte che tutto questo non ci piace e ci batteremo con forza contro misure fiscali che cancellano la progressività della contribuzione fiscale scritta nella costituzione! Soprattutto se per finanziare questa misura iniqua ci sarà l’aumento dell’iva o il taglio delle detrazioni fiscali per carichi familiari o la cancellazione delle 80 euro cosiddette di Renzi.

La situazione economica del paese è preoccupante e non permetteremo che ci siano ancora ulteriori tagli allo stato sociale. Oggi i lavoratori nel pubblico impiego assicurano una sanità per tutti, un’istruzione a costi contenuti dall’asilo all’università, trasporti a basso costo, sicurezza nei nostri quartieri, luce, gas e tutto quello a cui siamo abituati e che ci assicura un’esistenza dignitosa, una convivenza civile da cui non vogliamo arretrare, una vita che si sviluppa in un ambiente democratico. Sono valori che vogliamo difendere e fanno bene i nostri sindacati fratelli del pubblico impiego (dall’Unsa, allo Snals, dalla Fials ai sindacati di polizia, ai vigili del fuoco fino ad arrivare ai forestali) ad impegnarsi per non abbassare la qualita’ dello stato sociale del paese e per migliorare e qualificare la pubblica amministrazione e il rapporto di questa con i cittadini.

Noi siamo quelli che pensano che non può essere la globalizzazione sfrenata a dare un futuro all’umanità, ma altrettanto abbiamo ben chiaro che non possono essere il populismo e il sovranismo a governare il mondo che vogliamo consegnare ai nostri figli e nipoti. Il preteso sovranismo ci fa chiudere in noi stessi, innalzando muri sempre più alti, mentre solo con l’apertura e il confronto potremo avere un futuro: guardiamo i giovani, i migliori di loro, quelli che non stanno sul divano ad aspettare misure assistenziali come il reddito di cittadinanza. Sono la generazione Erasmus, che ha l’Europa come riferimento e il mondo sferico, non quello piatto come unico confine.

Prendiamo esempio dai milioni di ragazze e ragazzi che scendono in piazza con Greta per salvare il pianeta, come dice un loro slogan. Forse sono eccessivi, a volte anche estremisti, ma sono vitali e forse è giusto essere eccessivi alla loro età. Prendiamo esempio da loro e non rassegniamoci mai alla passività e alla orrenda frase: “tanto non cambia mai nulla”. Non è vera quella frase, è solo una frase che è stata coniata dalla casta di turno in quel momento solo per rimanere aggrappati alle loro poltrone dorate: noi possiamo, noi dobbiamo cambiare le cose!

Possiamo farlo con coraggio: coraggio questa è la parola e l’attitudine giusta. Coraggio e determinazione contro la recessione, contro la rassegnazione, contro le bugie e contro tutte le fake news con cui cercano di imbottirci il cervello.

Siamo alla vigilia del voto per il rinnovo del parlamento europeo e questa è un’occasione importante per migliorare le istituzioni europee, per far diventare il nostro vecchio continente una comunità di popoli e non solo un’entità finanziaria, come troppo spesso erroneamente viene percepita. L’Europa unita finora ha garantito oltre 70 anni di pace e con la pace, sviluppo, democrazia e lavoro come mai era successo prima. Ma questo non è più sufficiente, bisogna migliorare questa Europa, rendendo il suo prossimo governo più sensibile ai bisogni dei cittadini. Il primo bisogno oggi è il lavoro, l’unico elemento che dà dignità all’uomo. Per creare lavoro servono regole più flessibili per i paesi che investono in infrastrutture per meglio affrontare la sfida competitiva.

Ed è qui che, a nostro giudizio, il governo sta maggiormente sbagliando le proprie scelte di politica economica; è emblematica la questione della Tav, che non unisce Torino e Lione come erroneamente si dice, ma permette il collegamento veloce tra l’Europa dell’est e il Portogallo al transito delle merci e delle persone per via ferroviaria. La Fismic è stata tra le organizzazioni che hanno promosso la mobilitazione di decine di migliaia di cittadini che con coraggio non si rassegnano alla decrescita infelice.

La Fismic Confsal è l’unico sindacato nazionale che ha promosso questa giusta lotta. Dove sono Cgil Cisl Uil? Hanno forse delegato a Confindustria il ruolo di richiedere al governo sviluppo, progresso, occupazione? La Fismic Confsal è l’unica organizzazione sindacale che ha indetto un’ora di sciopero, nell’ambito della mobilitazione proclamata dalla Confsal, per chiede la modifica della politica economica del governo! Dove si nascondono Fim Fiom Uilm? Dove sta il loro coraggio?

Noi non abbiamo mai avuto timore di assumerci le nostre responsabilità ed è per questo che i lavoratori ci premiano con risultati molto positivi in tutte le competizioni elettorali a cui partecipiamo; lo abbiamo fatto a Pomigliano e Mirafiori nel 2010 salvando decine di migliaia di posti di lavoro, lo faremo il prossimo 14 giugno proclamando una giornata di sciopero di tutti i lavoratori metalmeccanici su una nostra piattaforma.

Lavoratori, lavoratrici, pensionati, disoccupati, giovani il nostro destino è nelle nostre mani, affrontiamolo con coraggio, lucidità e determinazione.

Quello stesso coraggio, spirito di sacrificio, impegno in prima persona che avete dimostrato riempiendo questa piazza oggi con tantissima energia positiva.

 Grazie di essere in tanti ed evviva la Confsal!     

 

Il lavoro prima di tutto. Ci dev’essere crescita a misura delle persone