Capgemini: tutelare il lavoro e costruire insieme un futuro sostenibile per tutti i lavoratori

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Capgemini: tutelare il lavoro e costruire insieme un futuro sostenibile per tutti i lavoratori

FIM e FISMIC seguono con attenzione e preoccupazione quanto sta accadendo in Capgemini in merito alla nuova organizzazione che l’aziendale ha deciso di assumere sullo Smart Working. È evidente che il forte malcontento dei lavoratori, manifestato anche attraverso lo sciopero del 16 aprile scorso, rappresenta un segnale chiaro che non può essere ignorato.

La questione non riguarda solo una modalità organizzativa, ma il rispetto di un equilibrio fondamentale tra produttività, qualità della vita e valorizzazione del capitale umano. FIM e FISMIC ritengono che il dialogo e la responsabilità condivisa siano strumenti irrinunciabili in ogni contesto industriale moderno. Per questo considerata la forte adesione dei lavoratori allo sciopero, auspicano che l’azienda convochi le organizzazioni sindacali e le RSU ad un tavolo per aprire il confronto utile ad affrontare l’impatto dello smart working sui lavoratori e sulla sostenibilità dei processi organizzativi.

In una fase storica in cui la transizione digitale impone velocità e capacità di adattamento, occorre superare le rigidità organizzative che non tengono conto delle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori, né della maturità professionale acquisita negli anni.

Non riteniamo accettabile cancellare gli effetti positivi e innovativi determinati dall’utilizzo dello smart working come modello organizzativo sancito dagli accordi sindacali del 25/11/2021 e del 13/4/2023 e che la stessa azienda aveva descritto come un’importante fase di modernizzazione aziendale.

Per queste ragioni FIM e FISMIC sono pronte a lavorare con l’azienda per trovare soluzioni condiviseper affrontare non solo il tema delle giornate di rientro di per sé importante, ma anche per sviluppare un confronto che fornisca salvaguardie per le fasce di lavoratori più fragili, come i care giver, tutelare le famiglie, le disabilità, i lavoratori che risiedono lontani dalle sedi aziendali e dare prospettiva ai lavoratori non allocati a progetti.

Al contempo invitiamo l’azienda a fermarsi dal compiere scelte unilaterali che scaricano sulle persone il peso della marginalità o delle strategie aziendali.

In questo momento in cui è importante l’unità sindacale e la necessità di mettere i bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori al centro del nostro agire, crediamo ci sia ancora spazio per costruire insieme un modello organizzativo all’altezza dei tempi e del valore delle persone che ogni giorno fanno la qualità di Capgemini. FIM e FISMIC ritengono che dopo le iniziative di sciopero largamente sostenute dai lavoratori bisogna ripristinare un sano confronto sindacale per sostenere i lavoratori in questa fase così difficile e complessa.

Fismic-Confsal Fim-Cisl