Oltre 5mila lavoratori e pensionati in sciopero nelle piazze di Torino e Melfi. Sono 2mila al nord e 3mila al sud che hanno partecipato alle due manifestazioni indette dai sindacati autonomi Fismic Confsal e Fali.
I sindacati sono scesi in piazza per chiedere un cambio radicale della politica economica del governo che vada realmente a favore dei lavoratori dipendenti che producono la maggior quota di reddito nazionale e, per tutelare il potere di acquisto delle pensioni, strumento fondamentale per rilanciare i consumi interni.
Il segretario generale Fismic Confsal Roberto Di Maulo ha concluso il comizio di Torino affermando che “occorre un taglio alle tasse, oggi a carico del lavoro, cosiddetto cuneo fiscale. Un piano straordinario che indirizzi le risorse verso lo sviluppo che rilanci l’industria manifatturiera. Un piano straordinario per l’occupazione giovanile e un piano di investimenti in infrastrutture a partire dalla Tav”.
Il leader della Confsal Angelo Raffaele Margiotta a sua volta ha fatto eco nella piazza melfitana sottolineando “la necessità di difendere e migliorare lo stato sociale evitando tagli alla sanità e all’istruzione pubblica ed efficientando la pubblica amministrazione attraverso la valorizzazione dei lavoratori ivi impiegati”.
Margiotta all’unisono con Di Maulo ha affermato che le due piazze di Melfi e Torino hanno gli stessi obiettivi di quelle oggi scese in campo sotto le bandiere di Cgil, Cisl e Uil. Il leader Confsal ha concluso che “il fronte unitario di lotta per chiedere al governo maggiori attenzione e risorse verso l’industria manifatturiera e il lavoro sarebbe stato più forte se i tre sindacati maggiori parlassero di più con la Fismic e con la Confsal invece che con la Confindustria”.
Il sindacato autonomo, forte del successo di queste manifestazioni e della alta adesione allo sciopero, ritiene indispensabile che il governo dia ascolto a quanto scaturito dalla giornata odierna e se questo non avvenisse, si renderà inevitabile il proseguimento dell’azione di lotta.