Ridotti di 4,6 miliardi i fondi per il settore Automotive. Di Maulo (Fismic Confsal): “Cancellati con un colpo di spugna anni di dialogo e recisi con un colpo d’ascia gli investimenti.”

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Ridotti di 4,6 miliardi i fondi per il settore Automotive. Di Maulo (Fismic Confsal): “Cancellati con un colpo di spugna anni di dialogo e recisi con un colpo d’ascia gli investimenti.”

Roma, 28 ottobre. Compare nella legge di Bilancio il taglio di 4,6 miliardi del pacchetto di investimenti destinati al settore Automotive. Il segretario generale Fismic Confsal, Roberto Di Maulo, commenta la notizia: “Dopo oltre un anno e mezzo di confronti con il ministro Urso, con il coinvolgimento delle parti sociali e dei produttori del settore automotive, il risultato pratico non solo è insufficiente, ma drammatico per l’occupazione in Italia.”

“Avevamo concordato con il ministro Giorgetti e col premier Draghi un pacchetto di investimenti pluriennale di 8,7 miliardi di euro a sostegno dell’industria automotive del nostro Paese, indispensabile per affrontare la difficilissima fase della transizione ecologica e digitale, il quale è stato essenziale nei primi tre anni, per evitare la drammatizzazione sociale in un momento così delicato ed in un settore ritenuto strategico per l’intero manifatturiero. Con il ministro Urso, altresì, avevamo concordato un documento tecnico che riteneva fondamentale l’utilizzo di quel pacchetto di miliardi di investimenti per potere fronteggiare la crisi – continua Di Maulo – E adesso, come per una magia di un prestigiatore, tutto quanto sparisce, dei 5,8 miliardi residui di quel pacchetto di investimenti, restano delle briciole, appena 200 milioni l’anno per 6 anni, che non saranno neanche sufficienti per allungare gli ammortizzatori sociali ormai quasi in scadenza in tutti i luoghi di lavoro, in particolare nella componentistica, settore ulteriormente colpito dalla crisi dell’industria automobilistica tedesca.”

“Si tratta di una decisione senza precedenti, che non solo mette a repentaglio la continuità produttiva nel nostro Paese per centinaia di aziende di componentistica e compromette l’occupazione per decine di migliaia di famiglie, ma compromette anche la credibilità dell’interlocuzione con il Governo Meloni. Dopo anni di confronto, il ministro Urso ha infatti annullato tutto con un colpo di spugna, presumibilmente per ragioni legate alla tenuta dei conti di contabilità nazionale.”, prosegue Di Maulo.

“Si rende sempre più urgente un confronto ai massimi livelli con l’Esecutivo, come hanno richiesto le migliaia di lavoratori del settore scesi in piazza lo scorso 18 ottobre in numerose città del paese. Nel documento tecnico varato con il consenso dello stesso ministro Urso, i finanziamenti strutturali al settore vengono reputati decisivi anche e soprattutto per finanziare con incentivi mirati i nuovi modelli ecologici, che altrimenti lascerebbero fuori dal mercato moltissimi cittadini, creando una vera spaccatura verticale tra i pochi che possono permettersi l’acquisto di nuove vetture sul mercato e i tantissimi che ne resterebbero fuori. Inoltre, chiediamo che venga subito rifinanziato lo stanziamento previsto dal contratto di programma per la Gigafactory di Termoli, stanziamento già deciso, ma che il ministro Urso ha destinato ad altri progetti.”, continua il segretario generale Fismic Confsal.

“Ci si chiede infine, che credibilità residua abbia ancora il ministro Urso se con una mano concorda degli investimenti e con l’altra, armata di ascia, li recide il giorno dopo. I lavoratori italiani hanno bisogno di certezze e sono stanchi di confronti che non approdano mai a niente. Per questo riteniamo indispensabile che il confronto sul settore Automotive venga spostato dal MIMIT a palazzo Chigi, e che questo avvenga rapidamente, come richiesto a gran voce dai lavoratori nello sciopero nazionale del 18 ottobre.”, conclude Di Maulo.