Quota 100 – Modelli AP140 e AP139
13 Gennaio 2020
Documenti necessari per modello 730
14 Gennaio 2020

Roberto Di Maulo segretario generale Fismic Confsal

Preoccupa la competitività. Bene Fca-Psa

L’anno che verrà non sarà un anno bellissimo, così come non lo è stato il 2019. Dal punto di vista internazionale si continua a vivere una grande confusione derivante da un mondo globalizzato per quanto attiene l’economia, ma segnato profondamente da localismi, populismi, rigurgiti di nazionalismo ammantati dal cosiddetto sovranismo.

Derivazione di questa strana situazione di profonda instabilità sono l’insorgere di conflitti economici (la questione ricorrente dei dazi doganali) e soprattutto quella di teatri di guerra locali, che rischiano ogni volta di provocare deflagrazioni mondiali. Sempre latente e ricorrente il problema dell’armamento atomico della Corea del Nord e quello non meno insidioso del terrorismo internazionale. Mentre ancora è viva la ferita inferta da Erdogan ai curdi nel nord dell’Iraq, sono emerse con forza sulla scena mondiale e sul teatro a noi più vicino, la questione iraniana contro gli Stati Uniti, Israele e Arabia Saudita e la questione libica. Quella iraniana chiama in causa il tentativo di ripristinare la grande Persia, collegando su base religiosa il conflitto tra sciiti e sunniti, coinvolgendo e destabilizzando l’intera area: Iraq, Libano, Yemen, Emirati Arabi, la stessa Arabia Saudita, fino ad arrivare alla Siria e alla Turchia. La reazione statunitense con l’uccisione di Soleimani, principale attore di questo vasto disegno di espansione imperialistico, va letta in questo quadro e gli sviluppi ancora non sono prevedibili.  Anche la situazione del conflitto in Libia preoccupa, vista la vicinanza geopolitica all’Italia e il rischio che da questo teatro di guerra si sviluppi una fortissima ripresa del flusso migratorio che già sta investendo la vicina Tunisia.

Turbano le conseguenze del riscaldamento globale, come abbiamo potuto vedere con i disastrosi incendi che hanno sconvolto la California in autunno e l’Australia. La questione della Green Economy diventa sempre più centrale e non a caso che abbiamo plaudito alla decisione della Von der Leyen di avviare un’iniziativa della Commissione Europea che destina ingenti risorse su questo fronte nel prossimo decennio. Il governo Conte su questo fronte è in grande ritardo e non va al di là di proclami, mentre invece occorrono iniziative concrete, raccogliendo la spinta delle centinaia di migliaia di giovani che si sono mobilitati e a cui dovremmo dare risposte.

Sul piano interno continuiamo a vivere di contraddizioni sempre più laceranti che sono la conseguenza di scelte che vengono rinviate e che producono misure di corto respiro o inutili, come il reddito di cittadinanza e quota 100 che sprecano ingenti risorse, senza affrontare alla radice i problemi dei cittadini. Abbiamo un surplus della bilancia commerciale importante, abbiamo un avanzo primario del bilancio dello Stato (prima del pagamento degli interessi) secondo soltanto alla Finlandia, che ha importanti risorse petrolifere, ma nonostante questi due fattori positivi abbiamo un rapporto deficit/Pil che è tra i peggiori d’Europa e una spesa corrente che erode ogni possibilità di avviare una politica di riforme che sarebbero indispensabili.

Anche la stessa instabilità politica contribuisce a far scendere la fiducia nell’Italia da parte degli investitori globali. Casi che si trascinano da troppo tempo come Alitalia e Ilva determinano una situazione economica che potrebbe migliorare e che invece produce oltre 160 vertenze aperte presso il Mise di aziende in crisi, spesso irreversibili, che sono la punta di un iceberg molto più vasto. Un iceberg fatto di ingiustizia fiscale ed evasione diffusa che lascia sulle spalle del lavoro dipendente e dei pensionati carichi non più sopportabili.

Occorre un ridisegno dell’Irpef che diminuisca in modo strutturale il peso del fisco sulle buste paga dei lavoratori dipendenti, una indicizzazione piena delle pensioni, una riforma del mercato del lavoro che superando il reddito di cittadinanza dia ai centri dell’impiego il ruolo di incrocio tra domanda e offerta (come sta avvenendo in Lombardia), una valorizzazione del ruolo della famiglia e della natalità (superando la quota sotto zero nel rapporto tra nascite e invecchiamento) e infine una riforma del nostro sistema di istruzione che metta in rapporto manifatturiero, cambiamento tecnologico in atto e sistema scolastico. Tra le grandi contraddizioni del nostro Paese bisogna varare un piano straordinario per lo sviluppo e l’occupazione nel Mezzogiorno, in quanto non è possibile pensare a un’economia che viaggia a due velocità.

Inoltre, per dare un reale choc positivo alla nostra economia, serve chiarire un mistero tutto italiano: si stima che ci siano almeno 74 o 120 miliardi di euro per opere infrastrutturali già stanziate in bilancio che sono ferme. Da questo punto di vista il governo Conte può e deve varare un piano straordinario perché i cantieri siano aperti: dalla Tav, alla Gronda, a migliaia e migliaia di opere infrastrutturali tradizionali come strade, aeroporti, porti, ferrovie, ecc. fino ad arrivare alle opere infrastrutturali che ci traguardano verso il presente e il futuro come banda larga nel Mezzogiorno e la rete 5G, il finanziamento di Industry 4.0, il sostegno alle imprese innovative e alle start up di giovani. Tutto questo è già finanziato, ma è fermo, mentre il nostro Paese perde competitività ogni giorno, come dimostra la vicenda dell’acciaio, con Ilva e Ast di Terni che si dibattono nella crisi, mentre l’importazione di acciaio grezzo dall’India e dalla Cina aumenta di mese in mese. Si allarga sempre di più poi la fascia di popolazione che rasenta o, peggio ancora incontra, la povertà, nonostante le dichiarazioni di Tripodi, presidente Inps, che dice che il reddito di cittadinanza ha ridotto i poveri del 60%.

In questo quadro il ruolo del nostro sindacato, la Fismic e quello della Confsal, la nostra Confederazione sindacale, diventa sempre più importante. Sia nella tutela dei lavoratori colpiti direttamente dalla crisi, che per aiutare i cittadini nel districarsi tra le maglie della burocrazia, sempre più invasiva e invadente che complica la nostra vita quotidiana. Proprio nei primi giorni dell’anno abbiamo aperto centri Caf e Patronato sia a Matera che a Siracusa, ampliando la nostra presenza in questi due importanti centri del Sud e questa è la testimonianza che vogliamo rafforzare il legame con i cittadini, i pensionati e i disoccupati, proprio gli strati sociali che hanno maggiori difficoltà in questa fase economica.

Il nostro impegno sociale è prioritario, come dimostrano anche i due enti bilaterali che abbiamo promosso con Cnai e con As.si.dat e altre associazioni datoriali, che fanno della formazione professionale e dell’assistenza integrativa due pilastri fondamentali del nostro lavoro.

Soprattutto in tema di sicurezza sul lavoro c’è bisogno di maggiore attenzione, formazione e controllo come dimostrano purtroppo il moltiplicarsi di eventi luttuosi nei luoghi di lavoro. Quest’anno è stato inaugurato sciaguratamente con infortunio mortale nello stabilimento Sevel di Atessa e come sindacato abbiamo porto le nostre condoglianze alla famiglia dello scomparso, ma siamo stufi di assistere passivamente e per questo stiamo rafforzando l’impegno degli enti bilaterali per fornire formazione per la sicurezza sul lavoro, soprattutto nelle piccole e micro imprese e ai loro lavoratori per diffondere la cultura della prevenzione e il rispetto delle regole.

Delle potenziali buone notizie giungono dal fronte automotive: l’accordo Fca-Psa siglato a dicembre scorso offre delle opportunità sul piano tecnologico molto importanti, sia sul versante dell’elettrificazione che su quello della connettività che rappresentano le sfide del presente e del futuro. Il lancio della 500 e della Panda mild-hybrid con le nuove motorizzazioni che avviene già nel corrente mese; il lancio della Renegade e Compass sia nella versione ibrida che full-electric che darà respiro allo stabilimento di Melfi; il lancio della 500e che viene prodotta nello stabilimento di Mirafiori, a cui è stata assegnata un’importante fabbrica di assemblaggio di batterie di nuova generazione e molte altre iniziative sul fronte dell’innovazione tecnologica, tra cui va segnalata un importante attività per il motore all’idrogeno da destinare ai camion prodotti dall’Iveco, sono segnali di vitalità del nostro tessuto manifatturiero. Dimostrano che la competizione per il futuro che stiamo vivendo ha dei punti di forza ai quali le forze sindacali più attente, come la Fismic, partecipano in prima persona.

A proposito di novità degne di essere vissute in prima persona ci piace segnalare che il nuovo CdA della costituenda società tra Fca e Psa che destinerà due posti per i rappresentanti dei lavoratori. Per l’Italia un’occasione da non perdere e la Fismic pensa di affrontarla candidando a quella importante posizione non un esterno, neanche un sindacalista, ma un tecnico aziendale, un quadro che sia un dipendente la cui competenza sia indiscussa e quindi in grado di sostenere le discussioni che avverranno nel CdA. con cognizione di causa. Dato che pensiamo che a quel ruolo ci si debba arrivare non per designazione, ma per elezione diretta da parte dei lavoratori pensiamo di coinvolgere in una candidatura di prestigio altri sindacati in grado di convergere in un’unica lista unitaria al fine di rappresentare quindi la maggior parte dei lavoratori.

L’ultima sfida che ci coinvolge nel 2020 è quella sulla discriminazione arbitraria operata dalle sigle sindacali tradizionali, a partire dal rinnovo del Ccnl Federmeccanica. Consideriamo la convenzione Inps Confindustria un atto preliminare per fare affermare una legge sulla rappresentanza anti democratica e contro il dettato costituzionale. A tal fine siamo impegnati in una battaglia insieme alla Confsal anche coinvolgendo la politica e, se necessario, la Magistratura sia amministrativa che civile.

Di Roberto Di Maulo
Segretario Generale Fismic Confsal

14012020_ItaliaOggi