Stop all’emergenza lavoro

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Per la Confsal tutte le forze devono unirsi

Un ‘Fronte del Lavoro’ a favore dello sviluppo delle aziende e quindi dei salari dei lavoratori. È quanto propone la Confsal, la Confederazione generale dei sindacati autonomi dei lavoratori, che ha promosso la manifestazione “Lavoro è dignità e libertà” davanti a Montecitorio il 10 dicembre. Il segretario generale Angelo Raffaele Margiotta spiega che siamo di fronte a una “situazione economica a dir poco drammatica, con le aziende che sono in sofferenza economica e i salari perdono via via potere di acquisto. Imprenditori e lavoratori decidono di unire le loro forze, per ottenere, nell’ambito di un ideale Fronte del Lavoro, politiche che mettano il lavoro al centro, e che producano crescita delle imprese e dei salari”.

In piazza centinaia di lavoratori, giovani, imprenditori e pensionati. Sul palco insieme al segretario generale Confsal, il vice presidente Cesi e segretario generale Fismic Confsal Roberto Di Maulo. “Siamo scesi in piazza – sottolinea Di Maulo – per manifestare non contro il governo, ma per chiedere delle modifiche a una legge finanziaria che ancora una volta non interviene efficacemente per rilanciare sviluppo e occupazione”.

“Siamo qui anche per denunciare che c’è in atto un tentativo egemonico da parte di Cgil, Cisl, Uil e Confindustria che porterà a rendere antidemocratico il sistema di relazioni industriali nel nostro paese” prosegue Di Maulo. Difatti in tema di rinnovo del contratto dei metalmeccanici Federmeccanica-Assistal il sindacato sta manifestando in ogni sede chiedendo al governo, al presidente Cnel Treu, di cessare discriminazioni che lasciano fuori delle organizzazioni sindacali come la Fismic Confsal che rappresentano migliaia e migliaia di lavoratori.

Roberto Capobianco, presidente nazionale Conflavoro Pmi ha spiegato l’importanza cruciale della manifestazione, “una giornata importantissima. Imprenditori e lavoratori in piazza per poter, non soltanto protestare, ma portare delle proposte a un governo che deve ascoltarci. Non possiamo assolutamente più accettare che la politica non punti le sue forze, la sua attività principale sul mondo del lavoro e su chi crea lavoro. Chiediamo quindi maggiore attenzione al mondo delle piccole e medie imprese italiane, il vero motore, la vera risorsa di questo paese. Soltanto aiutando gli imprenditori, aiuteremo i lavoratori e il paese”.

“Confsal e il segretario Margiotta – sottolinea Roberto Capobianco – sono una mosca bianca nel panorama del sindacato italiano. Proprio come Conflavoro sanno e non hanno paura di dire che, se non si supportano le imprese, il lavoro in Italia non riparte. Eppure, il governo, con questa legge di Bilancio, sembra non capirlo. La concentrazione è sul giusto ed equo salario minimo, ma lo vogliono a costo zero per lo Stato e che gravi tutto sulle imprese. Il focus di palazzo Chigi è su nuove tasse, nuove accise sui carburanti, ma le nostre Pmi sono già le più tartassate in Europa, il Sud è abbandonato, i nostri giovani devono scappare e chi di loro desidera fare impresa non trova alcun sostegno”.

Si ribadisce con forza la necessità che il governo metta l’attenzione, al primo punto della sua agenda l’emergenza lavoro. “Noi pensiamo e crediamo che il lavoro sia fondamentale specialmente in quelle realtà del Sud dove il lavoro non c’è, dove i nostri giovani stanno emigrando, dove purtroppo quel poco lavoro che c’è non è un lavoro che soddisfa e dà dignità, perché specialmente in alcuni comparti come quello dell’agricoltura il lavoro ancora è solo sfruttamento, illegalità, caporalato. Non è vero che non ci sono risorse. Se è vero com’è vero che l’Europa ha stanziato ben 75 miliardi e di questi ne abbiamo utilizzato solo 23, è una vergogna che le risorse tornino indietro e i nostri lavoratori, i nostri disoccupati sono costretti ad emigrare. Per questo motivo siamo qui oggi. Per ribadire con forza la necessità del lavoro.” spiega il segretario generale del sindacato Fna, Cosimo Nesci.

Maria Mamone, segretario generale Snalv rimarca la convinzione che “in un momento come questo bisogna parlare di lavoro e il lavoro è fatto da lavoratori, da imprenditori, da pensionati, da giovani, da disoccupati. Questa piazza deve essere la testimonianza che tutti abbiamo bisogno di riparlare di lavoro, ma farlo seriamente”.

“Noi di Confimpresa Italia siamo lieti di partecipare a questa manifestazione – spiega Serena Manganiello – in quanto condividiamo appieno il progetto del segretario Margiotta del fronte per il lavoro in quanto la tutela dei lavoratori va di pari passo con la tutela delle imprese. Quindi viva il fronte del lavoro!”.

Una giornata importante per i lavoratori e per gli imprenditori. Una giornata storica. È stato chiesto al governo un cambio di rotta per il lavoro, per le pensioni e per i contratti di lavoro. A gran voce si è fatta sentire l’alternativa di un fronte sindacale diverso da quello consolidato. Un’organizzazione autonoma che presenta delle proposte e dei contenuti per migliorare le condizioni di lavoro in Italia. Cgil, Cisl, Uil e Confindustria non rappresentano l’intero mondo del lavoro, c’è un’intera realtà dove è presente il sindacato autonomo insieme a centinaia di imprenditori e numerose associazioni datoriali.

“Questo è il sindacato che serve per il futuro, per affrontare le dinamiche del Paese, in una nazione dove le vertenze industriali sembrano non chiudersi mai. Con la Confsal in piazza speriamo di dare un segnale al governo che c’è anche l’altra parte del sindacato e una parte del Fronte del Lavoro con le aziende e sindacati uniti per cambiare l’Italia” dichiara il segretario generale Fast, Pietro Serbassi.

Il Fronte del Lavoro, “un grande progetto condiviso da rappresentanze datoriali e dei lavoratori – spiega Manola Di Renzo, Cnai – siamo qui affinché la nostra voce possa fare la differenza su una tematica così centrale come quella del lavoro. L’obiettivo è trovare soluzioni sostenibili e serie per far fronte all’emergenza lavoro nel nostro paese”.

Presente anche il settore scuola, il segretario generale dello Snals Elvira Serafiniperché condivide “questa situazione nuova, questa proiezione nuova che propone la Confsal nel mettere in gioco il mondo del lavoro tra lavoratori e impresa. Lo Snals, la scuola, forma i lavoratori del domani. Di conseguenza in sinergia con la Confsal andremo a costituire e a costruire dei percorsi moderni per la formazione di nuovi lavoratori pronti a rispondere a quelle che saranno le richieste del domani. Saremo attenti a creare lavoratori adeguati a tutto quello che sarà il domani per quanto concerne le imprese”.

Una manifestazione che vuole attirare l’attenzione dei gruppi parlamentari, del governo, affinché ci sia una spinta non soltanto sul piano del mondo dei privati con investimenti sui piani aziendali da parte dello Stato, ma anche una valorizzazione del settore pubblico.

 “Il nostro è un sindacato moderato, che si pone in maniera intelligente di collaborazione nei momenti di crisi quando non si può essere gli uni contro gli altri” spiega Giuseppe Tiani, segretario generale Siap.

Un sindacato autonomo non vuol dire essere indifferente a quello che avviene sul piano politico. Soltanto pluralismo e democrazia sono il motore dello sviluppo. In conclusione Di Maulo afferma che “è stato gridato con forza che occorre rilanciare sviluppo e occupazione di questo paese. La politica ha dimenticato completamente la parola lavoro, noi dobbiamo imporre una svolta per riportarla al centro. Inoltre, questo governo sta tremando una legge antidemocratica sulla rappresentanza. Il futuro delle relazioni sindacali non può reggersi sul pensiero unico”.

La Confsal si presenta insieme ai lavoratori, agli imprenditori, ai pensionati, ai giovani, tutti come alternativa seria al sistema tradizionale ormai stagnante che pensa più a vie per stabilire la propria egemonia per contrastare la loro perdita di potere più che a vie per migliorare il sistema Paese. Se lavoro e impresa fanno un’alleanza, il Paese si riprende e si può tornare a guardare al futuro con una certa speranza. La speranza che possa dare una mano ad aiutare e cambiare questo Paese in un momento così difficile, in una confusione totale. La Confsal torna a dire che bisogna unirsi per cercare di dare una risposta specialmente ai giovani. “Io come persona del Sud ritengo che sia arrivato il momento di creare un’Italia unita senza divisioni, senza spaccature. Finalmente possiamo cominciare a essere una vera nazione unita, anche con il lavoro” conclude Margiotta.

046_ItaliaOggi 17122019