Fca, mosaico completato – Dopo la conferma del piano, siglato il Ccsl

I dettagli – Rinnovato il Contratto di lavoro di FCA, CNHI e Ferrari
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Fca, Cnh e Ferrari, firmato il rinnovo del contratto fino al 2022. Con la firma del nuovo Ccsl avvenuta l’11 marzo scorso a Torino, gli 87000 lavoratori italiani dei gruppi Fca, Cnh Industrial, Marelli, Comau e Ferrari portano a casa un grande risultato. Soprattutto se si inquadra insieme la conferma del piano industriale Fca avvenuta a Ginevra il 5 marzo che conferma l’impegno aziendale di investire 5 miliardi di euro entro il 2021 per affrontare la sfida tecnologica dell’elettrificazione e quella organizzativa di Industry 4.0.

Andando in ordine cronologico la conferma del piano industriale Fca fatta dal ceo Manley è particolarmente importante e l’abbiamo giudicata molto coraggiosa perché avviene in un momento di congiuntura particolarmente sfavorevole aggravata in modo significativo dall’odioso varo dell’ecotassa imposta dal governo Salvini – Di Maio su tutta la gamma di vetture prodotte nel nostro Paese. L’annuncio è stato corredato dalla conferma della 500 elettrica per Mirafiori, della nuovissima Tonale per quello di Pomigliano, della Jeep Compass e dal restyling elettrico della Renegade a Melfi e dall’annuncio che entro l’anno verrà completato il salto tecnologico all’ibrido e poi al Plug-in e il restyling conseguente di tutte le vetture prodotte a Cassino e a Grugliasco oltre il lancio delle supercar Maserati a Modena.

Si completa con questo annuncio un percorso di stabilizzazione produttiva e occupazionale che dà ai lavoratori italiani finalmente la possibilità di invertire l’andamento oggi fatto più di contratti di solidarietà che di lavoro, con la lodevole eccezione della Sevel. È la dimostrazione che la scelta che abbiamo compiuto con l’accordo di Pomigliano quasi 10 anni fa continua ad essere vincente e gli sforzi fatti dal management e dai lavoratori italiani hanno permesso di salvare decine di migliaia di posti di lavoro e di mantenere nel paese un settore fondamentale per la nostra economia sia per il contributo che fornisce al Pil che all’export.

Senza questo annuncio probabilmente non ci sarebbe stata la firma del Ccsl o almeno questo importante avvenimento sarebbe caduto in un quadro segnato da profonde incertezze sul futuro occupazionale dei lavoratori italiani. Il rinnovo del Ccsl è il terzo e, ormai, dopo quasi dieci anni dal dicembre 2010 – data ufficiale di nascita del contratto specifico di primo livello dei lavoratori dell’allora Fiat – si può affermare senza tema di smentita che rappresenta una peculiarità nel sistema di relazioni industriali del nostro paese di cui tutti gli attori debbono tenere conto. Ed è il terzo contratto che viene sottoscritto da tutte le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative in azienda, lasciando fuori la porta la Fiom, organizzazione minoritaria e di opposizione con scarso seguito tra i lavoratori.

Il Ccsl si basa su tre architravi fondamentali: una gestione innovativa delle relazioni industriali basata sul modello tedesco che assegna tutti i poteri negoziali al consiglio delle Rsa; un sistema salariale capace di dare risposte importanti ai lavoratori senza pesare sul costo del lavoro grazie ad un efficace legame con la crescita della produttività e redditività; una capacità di fornire risposte sul welfare coprendo i sempre maggiori bisogni dei lavoratori. A queste tre fondamentali architravi il Ccsl ne aggiunge un’altra rivoluzionaria ossia un sistema di valutazione della professionalità dei lavoratori basata non più sulle mansioni, rigide figlie del novecento, ma basata sui percorsi professionali e sulle competenze effettivamente esercitate.

Partiamo dal sistema di relazioni sindacali. Viene rafforzato il sistema delle commissioni aziendali paritetiche di partecipazione fornendo maggiori strumenti e poteri di intervento al sindacato aziendale soprattutto sulla nuova organizzazione del lavoro, basata sul World Class Manifacturing, e sulla Industry 4.0. Poteri maggiori che formalizzano ancor di più i rapporti in azienda, permettendo la convocazione anche se richiesta da una sola delle parti e l’obbligo di verbalizzazione di ogni incontro di commissione. Resta il sistema che ha retto magnificamente in questi anni che prevede, in caso di potenziale conflitto, l’apertura di una pausa di raffreddamento che, se non viene rispettata, prevede delle sanzioni a carico della organizzazione sindacale che non tiene conto dell’esistenza di codesta clausola. Le sanzioni riguardano esclusivamente l’Oo.Ss. e non i lavoratori e prevedono la sospensione delle prerogative sindacali e, nei casi più gravi e reiterati anche la sospensione del pagamento diretto dei contributi sindacali degli iscritti.

La parte più evidente ed importante del Ccsl riguarda l’aumento della retribuzione. Viene aumentata la paga base media di 35,09 € ad aprile 2019, di 35,76 € a febbraio 2020, di 36,48 € a gennaio 2021 e di 37,20 € a gennaio 2022: per un totale di 144,50 € a regime con un aumento della retribuzione complessiva di 8,24%. A questo va aggiunta la conferma migliorata del premio di efficienza che si prevede fornisca un aumento ulteriore di 1000 € l’anno per i quattro anni di vigenza contrattuale, questi ultimi in quanto legati all’aumento dell’efficienza tassati al 19% e non al 27%.

In totale il Ccsl garantisce ai lavoratori un aumento della paga base complessivo lordo di 4.435,94 € nel quadriennio, mentre il tanto conclamato Ccnl Federmeccanica Aassistal Fim Fiom Uilm garantisce un aumento della paga base complessivo di 856,44 €. Nel dettaglio, mentre a regime l’aumento del Ccsl è di 144,50 €, quello del contratto Federmeccanica è di soli 48,13 €. Misure assolutamente incomparabili, a cui va aggiunto il premio efficienza Wcm che nel quadriennio si stima essere superiore ai 4.000 €, in questo caso tassati al 10%. Si noti inoltre che nel passato quadriennio il Ccsl aveva comunque portato ai lavoratori, grazie al premio efficienza Wcm e a quello di redditività, circa 6.000 €, questi tassati al 10% e non al 27%.

Queste sono cifre e non chiacchiere e falsità come quelle che cerca inutilmente di propagandare la sinistra sindacale a partire dalla Fiom e, inoltre è la certificata certezza che far rimanere abbarbicato e congelato il sistema di relazioni sindacali italiane al vetusto schema del Ccnl penalizza i lavoratori perché impedisce alle aziende in salute di dare aumenti salariali e occupazionali correlati alla crescita della produttività e della redditività e penalizza, al contrario, le aziende che sono in sofferenza che non possono elargire gli aumenti decisi a Roma con il criterio scientifico della media del pollo cara al poeta Trilussa.. Anche se Confindustria Federmeccanica e Cgil Cisl Uil rimangono ferocemente ancorati al passato e alla sacralità del contratto nazionale come principe nella gerarchia delle relazioni industriali del nostro paese, l’esperienza ormai decennale del Ccsl Fca e Cnh dimostra il contrario: più soldi ai lavoratori e maggiore partecipazione, minore conflittualità e maggiore produttività delle aziende. Nel Ccsl c’è il futuro, mentre invece nel Ccnl resistono i residui di un passato che non c’è più e che penalizza i lavoratori, sia in termini di salario che di occupazione.

Dal 1° gennaio 2020 diventerà strutturale per tutti i lavoratori Fca il sistema di inquadramento professionale a fasce introdotto nel 2015 per i nuovi assunti. Sono stati inseriti tutti gli aspetti di tutela e di garanzia salariale e professionale. Il processo di armonizzazione sarà definito da un apposito lavoro di gruppo tra azienda e organizzazioni sindacali che si insedierà a partire dal 15 aprile e avrà anche il compito di individuare, sulla base di una matrice oggettiva e trasparente, parametri di valutazione per misurare e premiare specifiche professionalità e competenze all’interno delle aree professionali. Si rompe quindi il secolare aggancio con le mansioni rigide e si introduce il criterio della valorizzazione delle competenze e dei percorsi professionali di aggiornamento per raggiungere nuove professionalità adatte al cambiamento organizzativo e tecnologico.

Questo nuovo sistema di valutazione delle competenze, introdotto coraggiosamente dalla Fca, è la novità più importante contenuta in questo rinnovo contrattuale. Non ci risulta che nessun altro contratto nazionale nel nostro paese abbia individuato questo nuovo percorso per valutare la professionalità dei lavoratori basandosi sulle competenze effettivamente acquisite ed esercitate. Potenzialmente è uno strumento rivoluzionario e innovativo che cambia il paradigma dello stare nei luoghi di lavoro e ci traguarda verso il futuro.

La Fismic Confsal è stata l’organizzazione sindacale che si è battuta con maggiore impegno rispetto alle altre su questo terreno e sarà impegnata nella sua realizzazione praticata e consapevole che solo la formazione professionale continua e la certificazione delle competenze acquisite grazie ai percorsi professionali e poi esercitate può salvaguardare i posti di lavoro degli operai, dei tecnici, degli impiegati e dei quadri rispetto alla rapidissima obsolescenza che si rischi, oggi, per la vorticosa velocità dei progressi tecnologici e organizzativi.

Esistono, infine, nel nuovo quadro normativo una serie di importanti novità tra le quali segnaliamo l’introduzione della settimana corta per impiegati tecnici e quadri slegati dalla produzione in Cnh Industrial, l’avvio sperimentale dello smart working, la contrattualizzazione dell’organismo paritetico per la formazione professionale, le ferie solidali, il rafforzamento del pacchetto welfare con un aumento significativo (0,5%) della quota a carico dell’azienda per il Fondo Cometa di previdenza integrativa e tante altre questioni che migliorano complessivamente l’impianto contrattuale del Ccsl dando maggiori garanzie e diritti ai lavoratori.

Ci preme concludere sottolineando che l’impianto contrattuale basato su criteri di partecipazione e innovazione compie oltre dieci anni con questo rinnovo, diventa un elemento strutturale e positivo nel quadro del sistema ossificato delle relazioni industriali del paese e questo in spregio agli uccellacci del malaugurio che ne pronosticavano una breve vita una volta usciti dal sistema confindustriale e senza la Fiom.

 Fca, mosaico completato – Dopo la conferma del piano, siglato il Ccsl